Cookie Consent by Free Privacy Policy website Italian Fine Art dal 16 al 24 gennaio 2016 a Bergamo - Prima Edizione con 100 espositori provenienti da tutta Italia
dicembre 09, 2015 - Italian fine art

Italian Fine Art dal 16 al 24 gennaio 2016 a Bergamo - Prima Edizione con 100 espositori provenienti da tutta Italia

Dal 16 al 24 gennaio 2016, si terrà la prima edizione di ITALIAN FINE ART, che ospiterà nei
padiglioni della Fiera Nuova di Bergamo circa 100 espositori provenienti da tutta Italia.
ITALIAN FINE ART è, dunque, una mostra consolidata che si rinnova per promuovere non tanto
l’arte italiana, patrimonio indiscusso del nostro Paese, ma le potenzialità e la professionalità del
mercato dell’arte in Italia. Per questo con le Gallerie antiquarie saranno presenti alcune Gallerie
specializzate nel Novecento storicizzato e alcune di Tribal Art.
Il nostro Paese è percepito come il maggiore contenitore di opere d’arte, la mostra di Bergamo si
rinnova per attrarre l’attenzione del mondo internazionale, che guarda all’arte per passione,
collezionismo o bene d’investimento, non tanto sul nostro indiscusso patrimonio artistico, ma sul
mercato italiano dell’arte, sulla professionalità di Galleristi e Antiquari, l’eccellenza delle loro
proposte e delle loro competenze.
LE OPERE
Oggetti d’arte, sculture, maioliche, porcellane finissime, arredi e dipinti europei dal XIII secolo fino alla
prima metà del Novecento, con incursioni nell’alto artigianato cinese e giapponese, passando anche
per manufatti preziosi e unici di Arte Tribale.
Molte e ad ampio raggio sono le proposte degli espositori, a testimoniare l’eccellente
selezione fatta dagli organizzatori e allo stesso tempo la vastità della ricerca storico-artistica
intrapresa dai Galleristi e dagli addetti ai lavori in Italia, frutto di passione, viaggi e scoperte
che a volte hanno dell’eccezionale.
È il caso del Ritratto del Conte Carlo Albani - ritrovato poco più di un anno fa – un pregevole
esempio delle qualità artistiche del pittore bergamasco Giovanni Raggi che si muove tra la tradizione
ritrattistica lombarda e le moderne istanze lagunari di Fra’ Galgario e Giambattista Tiepolo.
Facendo un passo indietro nel tempo si può ammirare, tra gli altri, una Madonna con Bambino
dell’ultimo quarto del XV secolo, una tempera su tavola eseguita nella Bottega di Lorenzo di Credi,
e La Visione di Sant’Eustachio, un olio su tela dal nitido disegno e dagli squillanti timbri cromatici, di
Carlo Ceresa, massimo esponente della grande ritrattistica lombarda del Seicento. L’opera, inedita
fino al 2007, fu esposta nella mostra “Carlo Ceresa. Un pittore del Seicento tra realtà e devozione”,
che si tenne proprio a Bergamo nel 2012 presso l’Accademia. Di rilievo è anche La Visitazione del
maestro toscano attivo nella seconda metà del Cinquecento Jacopo Coppi, detto “del Meglio”.
E ancora, è della prima metà del Seicento il dipinto Rinaldo abbandona Armida del parmense Sisto
Badalocchi, mentre è di pieno Settecento la Veduta della Chiesa degli Scalzi verso S. Lucia del
pittore, documentato a Londra tra il 1754 e il 1771, William James che Filippo Pedrocco annovera a
buon diritto tra ”i vedutisti veneziani”.
In questa rapida carrellata di opere esposte in mostra a Bergamo passiamo dalla pittura agli oggetti
d’arte per segnalarne alcuni particolarmente rari e interessanti, come l’Acquasantiera in bronzo
dorato, argento e lapislazzuli, romana della prima metà del XVIII secolo, o la Coppia di Versatoi in
bronzo dorato e diaspro degli Urali, probabilmente russa, della prima metà dell’Ottocento. Poi, la
spettacolare Fioriera in bronzo dorato e porcellana policroma francese di epoca Impero e, da datare
a cavallo tra Sette e Ottocento, due grandi e eleganti Tazze in porfido svedese con guarnizioni in
bronzo dorato, o ancora, la Pendola a forma di lira con meccanismo di Robert & Courvisier di Epoca
Direttorio, perfetto connubio tra arte e perizia tecnica.
La scultura, un ambito collezionistico che può riservare ancora tante felici e interessanti sorprese, è
protagonista con diverse proposte come la Testa di un feroce ferito, forse una tigre, in arenaria
databile tra il 1600 e il 1620 di Romolo Ferrucci, detto del Tadda, o la Coppia di angeli
reggicartiglio in legno scolpito, dorato e dipinto del secondo quarto del XVII secolo opera di
Scultore napoletano. Ma anche il Cesare Augusto di Benedetto Boschetti, copia raffinata e
dettagliata dell’Augusto loricato in marmo bianco ritrovato a Villa Livia a Prima Porta, un bronzo che
si pone in quell’ambito, dal labile confine, tra testimonianza della classicità e souvenir da Grand Tour,
o come L’Allegoria del Gioco di Aristide Petrilli, che è attivo alla fine dell’Ottocento, e rappresenta il
connubio tra l’arte romantica e le esigenze più innovative dell’arte contemporanea.
Ci sono anche i grandi Maestri del Novecento storicizzato: da Carlo Corsi ad Achille Funi presente
con Nudo con drappeggio del 1940, a Giorgio De Chirico, del quale citiamo due opere, Veduta di
Rapallo degli anni ’40 e Antigone del 1926, poi De Pisis, Giorgio Morandi con l’acquarello su carta
applicata su tela Natura Morta, eseguito nel ’60. Non possiamo dimenticare Bruno Saetti, come non
si può tralasciare la presenza di Ottone Rosai con il suo Paesaggio toscano, e Mario Sironi con
Paesaggio, un olio del ‘27.
Ma non solo, ITALIAN FINE ART ha selezionato alcune delle più importanti gallerie italiane di Tribal
Art che esporranno rarissimi e antichi esempi di sculture e frammenti proveniente dalle regioni
dell’Africa e dall’Asia come La più bella tra le dee, grande frammento di sarcofago in legno dipinto
raffigurante Amenti, la dea dell’Occidente, risalente al IV secolo a.C., epoca della XXX dinastia egizia.
In ultimo, ma per questo non meni importanti ricordiamo gli arredi antichi che nei loro esempi più alti
stanno riscuotendo grande attenzione da parte del mercato. Partiamo da una Ribalta lombarda in
radica e legno ebanizzato della fine del XVIII secolo, per proseguire sempre nello stesso ambito
geografico segnalando un bel Cassettone intarsiato in legni vari con piano in marmo verde della
Bottega di Giuseppe Maggiolini.
E’, invece, del XVII secolo e romano il Cassettone di grande impatto con piccola alza ripartita in
cassettini, mentre la Coppia di piccole Consolles in legno scolpito, dorato e dipinto con piani,
antichi, in marmo fior di pesco è genovese del XVIII secolo, da una Repubblica marinara all’altra,
Venezia 1750, per ricordare la Coppia di monumentali cantonali intagliati e dipinti.